mercoledì 26 agosto 2009

Posizione della macchina da presa e colorazione (p.97)

Intorno al 1909 si cominciò a collocare la macchina da presa più vicina all'attore (LINEA DEI NOVE PIEDI, 2.7 metri) tagliandolo all'altezza dei fianchi (PIANO AMERICANO) per dare maggiore risalto alla mimica facciale. Ovviamente Griffith esplorò queste possibilità ed all'inizio del 1912 cominciò ad insegnare ad un suo gruppo di attrici (Lilian Gish, Blance Sweet, Mae Marsh, Mary Pickford) ad esprimere una vasta gamma di emozioni tramite leggeri mutamenti nei gesti e nelle espressioni. Uno dei primi risultati fu THE PAINTED LADY, del 1912. Un'altro mutamento nelle tecniche di ripresa fu l'uso delle ANGOLAZIONI alte o basse: difatti nei primi film di finzione l'azione era inquadrata ad un'altezza convenzionale, solitamente a livello del busto o della vita. I primi a sfruttare questa tecnica per conferire maggiore drammaticità furono i film danesi. Infine le macchine da presa con cavalletto furono dotate di teste girevoli, in modo da poter realizzare PANORAMICHE orizzontali o verticali.

Molti dei film che oggi vediamo in b/n all'epoca venivano colorati secondo la moda. Le tecniche di colorazione più utilizzate erano due: IMBIBIZIONE, che consisteva nell'immergere una pellicola già sviluppata nella tinta che colorava le parti più chiare delle immagini, mentre quelle più scure rimanevano nere. E VIRAGGIO: la pellicola già sviluppata veniva immersa in una soluzione cimica che saturava le zone scure, mentre quelle più chiare rimanevano più o meno bianche. Esempio è Jephtah's Daughter della Vitagraph.

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