venerdì 21 agosto 2009

Continuità narrativa: montaggio e didascalie (p.89)

A partire dal 1904 le produzione si orientarono sempre più verso il CINEMA NARRATIVO: la preoccupazione principale dei registi era rendere comprensibili i rapporti di causa-effetto, spazIo e tempo nei film. Il problema fu risolto in un vasto arco di tempo e nel 1917 i registi avevano elaborato un sistema di regole formali chiamato CINEMA HOLLYWOODIANO CLASSICO. Importantissimo fu l'utilizzo, ovviamente, del montaggio, che permetteva di spostare l'azione istantaneamente da un luogo all'altro. Per le relazioni temporali-spaziali invece spesso ci si aiutò con le didascalie. Tutti gli aspetti del cinema muto -didascalie, montaggio, inquadrature, recitazione, scenografie e costumi- furono in pratica messi al servizio della CHIAREZZA NARRATIVA.

Prima del 1905 la maggior parte dei film non aveva didascalie, ma con l'aumento della durata divennero sempre più necessarie. Esse erano di due tipi:
  1. DESCRITTIVE: redatte in terza persona, riassumevano o presentavano l'azione che stava per cominciare. Potevano essere coincise (The Inherited Taint, 1911) o meno (Her Mother's Fiancè, 1911).
  2. DIALOGATE: riguardo questo tipo inizialmente ci furono dei dubbi, soprattutto circa l'inserirle prima che il personaggio pronunciasse la battuta o durante. Prevalse la seconda opzione, che divenne norma a partire dal 1914.

1 commento:

  1. Segnalo il sito bilingue (italiano/inglese) www.cinemafocus.eu dedicato al linguaggio cinematografico e agli studi sul cinema

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